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Superare la FIBROMIALGIA: Strategie per il BENESSERE

Fibromialgia: quando il corpo parla attraverso il dolore diffuso.

La fibromialgia è spesso definita come una "malattia misteriosa". Chi ne soffre sente dolori sparsi in tutto il corpo, una stanchezza profonda, tensione continua nei muscoli, difficoltà a dormire, sbalzi d’umore e un senso generale di pesantezza. Eppure, quando si fanno esami clinici, tutto sembra nella norma.


E allora da dove arriva questo dolore? Perché il corpo si comporta così?

Se guardiamo alla fibromialgia con gli occhi delle 5 Leggi Biologiche, tutto assume un senso molto più chiaro. Non parliamo più di “malattia”, ma di un programma biologico sensato, attivato in risposta a un insieme di vissuti emotivi non risolti.


Cosa sono le 5 Leggi Biologiche?

Sono le scoperte del dottor Hamer, che ci aiutano a capire come il nostro corpo reagisce agli shock emotivi in modo biologico. Ogni sintomo ha un significato preciso, non è mai casuale o sbagliato.

Secondo questo approccio, il corpo risponde a ciò che viviamo dentro. Quando un’emozione è troppo intensa, e non possiamo esprimerla o superarla, il corpo trova un modo per adattarsi. E a volte, questo adattamento prende la forma di un dolore, una tensione, un’infiammazione.


Il sentito biologico della fibromialgia.

La fibromialgia, vista con questa lente, non è una singola malattia, ma una somma di piccoli e grandi conflitti vissuti nel tempo, spesso senza soluzione, spesso in silenzio, spesso da soli.


Chi soffre di fibromialgia, quasi sempre, ha un profilo emotivo molto sensibile: è una persona che si prende cura degli altri, che si sente responsabile, che accumula emozioni senza scaricarle, che non vuole disturbare.


I conflitti biologici principali che troviamo nella fibromialgia sono:

Conflitti motori → legati al sentirsi bloccati, impossibilitati ad agire, a fuggire o a difendersi.

Conflitti del tessuto connettivo → legati al sentirsi sovraccarichi, senza sostegno, “tirati da tutte le parti”.

Conflitti d’autosvalutazione → legati alla sensazione di non essere abbastanza, di fallire, di non riuscire mai a fare abbastanza.

Conflitti di impotenza cronica → legati al vivere situazioni ripetute dove ci si sente inutili, schiacciati, senza via d’uscita.


Questi conflitti non sono vissuti una volta sola, ma si ripetono nel tempo, o non trovano mai soluzione reale, e questo porta il corpo a restare in uno stato biologico di allerta continua.


Esempi pratici

✅ Una donna che per anni si prende cura dei suoi genitori malati, dei figli, del marito, mettendo sempre se stessa all’ultimo posto. Non si lamenta, sorride, ma dentro accumula stanchezza, frustrazione, sensazione di non poter mollare mai. Col tempo, il corpo inizia a “bloccare” tutto con dolori muscolari diffusi.


✅ Un uomo che ha vissuto un lavoro stressante, dove si è sentito costantemente sotto pressione, criticato, senza potersi esprimere. Ha continuato per anni “per dovere”, reprimendo la rabbia e l’impotenza. Ora il corpo lo “costringe” a fermarsi, con dolore e stanchezza cronica.


✅ Una persona che ha vissuto diverse relazioni tossiche, dove non poteva dire ciò che provava, dove sentiva di camminare sulle uova. Il corpo, a lungo andare, registra tutto questo come una minaccia costante, e reagisce con dolore diffuso e tensione.


Il senso biologico del sintomo

Il corpo non fa nulla per caso.

Il dolore muscolare della fibromialgia è come una memoria biologica: ricorda che c’è qualcosa che non è stato risolto. È una forma di protezione, come se il corpo dicesse: “Non voglio più andare avanti così”.


La stanchezza cronica non è debolezza, ma un messaggio biologico potente: “Basta, ora devi fermarti”.

Il cervello, che gestisce tutti questi programmi biologici, non distingue tra ciò che è reale e ciò che è vissuto intensamente a livello emozionale. Quindi anche una situazione apparentemente “banale” può attivare un sintomo, se è sentita con profondità e non trova espressione.

Perché non si guarisce con una cura standard?

Perché non c’è nulla da curare, ma molto da comprendere.
La fibromialgia non è qualcosa da combattere, ma un
linguaggio da ascoltare.
Finché il conflitto resta attivo o non riconosciuto, il corpo continua a proteggersi.


Le terapie tradizionali spesso cercano di “zittire il sintomo” senza ascoltarne il significato. Ma il corpo non mente, e continuerà a parlare fino a quando non sarà ascoltato davvero.


Cosa succede quando si risolve il conflitto?

Quando la persona comprende il messaggio biologico, inizia un processo di cambiamento reale:

  • Cambia il modo in cui vive il presente
  • Prende coscienza delle situazioni che la bloccavano
  • Impara a dare spazio ai propri bisogni
  • E soprattutto, il corpo può finalmente abbassare la difesa

Il dolore diminuisce, l’energia ritorna, il sonno migliora.
Non accade “per magia”, ma per
biologia.
Il corpo entra in
fase vagotonica: una fase di riparazione naturale.

Il corpo non è contro di te. È per te.

Il dolore non è il nemico.
È il
tentativo del corpo di proteggerti da ciò che non riesci più a sopportare.

Quando iniziamo a vedere il sintomo come un alleato, qualcosa cambia profondamente.

Smettiamo di combattere. Iniziamo ad ascoltare.

La fibromialgia non è una condanna, ma un messaggio potente.
Un invito a cambiare strada.
A tornare a sentire.

E quando impari ad ascoltare il tuo corpo, non solo il dolore cambia, ma cambia tutta la tua vita.

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